🇮🇹 Autorità narrative 2: Ma un gioco di ruolo che cos’è?


🇮🇹 Nell’articolo precedente abbiamo parlato di cosa sia un gioco. Ora dobbiamo spostarci di un passo ulteriore e cercare di capire che cos’è un gioco di ruolo. Di tutte le spiegazioni e le definizioni che ho sentito, quella che ho apprezzato maggiormente è probabilmente quella che ne ha dato il mio amico Francesco Rugerfred Sedda:

Un gioco di ruolo è un gioco nel quale il giocatore ricopre uno o più ruoli fittizi all’interno di un universo narrativo ed è autorizzato a influenzare l’universo narrativo in modo emergente.

Notiamo alcuni elementi della sua definizione: un universo narrativo, dei ruoli fittizi e influenzare l’universo narrativo in modo emergente.

1. Universo narrativo

Quando giochiamo di ruolo, ci spostiamo con l’immaginazione in un universo narrativo immaginario. È qualcosa che Homo sapiens fa da tanto, tantissimo tempo: è alla base della nostra cultura e delle storie che ci raccontiamo. Non serve che un universo narrativo sia per forza straordinario o fantastico, come quello de Il Signore degli Anelli; è sufficiente che esso sia immaginario rispetto alla realtà, come può esserlo un romanzo di Antonio Manzini dedicato alla figura del vicequestore Rocco Schiavone. Stiamo creando un universo narrativo immaginario ogni volta che ci allontaniamo con l’immaginazione dalla realtà, dall “facciamo finta che…” dei bambini al Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino.

My Red Goddess, per esempio, crea un universo narrativo immaginario tipico di una storia noir, o in maniera emergente al tavolo o in maniera concordata tra i due giocatori. Possiamo anche ambientarlo nella nostra città questa settimana, ma gli eventi e i personaggi che ci stiamo immaginando fanno parte di una storia, di un universo narrativo immaginario, non della realtà.

2. Ruoli fittizi

Ogni giocatore deve avere uno o più ruoli fittizi. Questo significa che, in quell’universo narrativo immaginario, ciascuno dei giocatori avrà la responsabilità di giocare uno o più personaggi e ricoprire così il loro. Si può trattare di un re senza corona, di un vicequestore di polizia, di una persona che sta cercando di dimenticare una storia d’amore finita male, ecc.

In My Red Goddess, lui interpreta il ruolo fittizio di un investigatore privato, mentre lei interpreta il ruolo di una femme fatale e di tutti gli altri personaggi secondari della storia.

3. Influenzare l’universo narrativo in modo emergente

In molti giochi, le scelte dei giocatori sono discrete: vale a dire che potete fare solo certe mosse e non altre. Pensate a una partita a scacchi: voi potete muovere solo i pezzi che avete, e potete muoverli solo in certi modi. In un gioco di ruolo, invece, non solo avetela scelta di quello che potete fare, ma anche come queste scelte si concretizzeranno narrativamente cambia in maniera emergente. In un gioco di ruolo, se ci si presenta una scelta o un ostacolo, abbiamo virtualmente infiniti modi di poterla affrontare con i nostri personaggi. Non solo: anche le conseguenze delle azioni azioni dei nostri personaggi non sono pretederminate né davvero prevedibili.

In My Red Goddess, i nostri personaggi possono comportarsi come vogliono. Il detective può affrontare l’indagine e rapportarsi con gli altri personaggi e con gli ostacoli senza un set predeterminato di azioni da compiere. Lo stesso è vero per la femme fatale e per i personaggi secondari.

Nel prossimo articolo parleremo di alcuni concetti di base utili per capire meglio come funzionano i giochi di ruolo.

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Comments

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Devo dire che questo è un passaggio fondamentale.
Trovo che questa definizione abbia tutto quello che serva per essere una definizione tecnica efficace, utile per catalogare ma anche per poterci costruire sopra lavorando sui limiti della stessa.

è chiaro cosa si intende per "fictional roles" ma credo si perda qualcosa del suo senso in "ruoli fittizi".

In modo assolutamente complementare e non esclusivo io ho una definizione meno tecnica, e quindi un po' meno ficcante di gioco di ruolo.
Un gioco di ruolo è un qualsiasi gioco (quindi nell'accezione larga del termine che può includere ma non si consuma nel divertirsi o nel fare escapismo) che abbia come componente fondamentale per l'usufruimento dello stesso l'atto di passare attraverso la tecnica del role playing.

Il role playing potremmo definirlo come una tecnica simulativa e più precisamente una rappresentazione scenica (realizzata dal vero o raccontata) di una interazione personale che comporta l'assunzione di un comportamento (o il racconto dello stesso) in una situazione immaginaria.

il role playing ha una radice comune con il teatro e con il recitare poiché nasce da esso (teatro della spontaneità, psicodramma) ma ne è anche parzialmente diverso sia per la sua natura più o meno emergente, sia per lo scopo finalistico (che è mutuabile, non a caso può essere usato per scopi ludici, didattici, educativi, psicologici).

Il Daniele che parla in termini comuni direbbe che quello che tu stai dicendo non è altro che quello che nella definizione di Rugerfred è formulato come «nel quale il giocatore ricopre uno o più ruoli fittizi». Cioè, è un altro modo per parlare della stessa cosa. Non concordi?

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... all'interno di un universo narrativo.
sì, concordo.
L'unico aspetto, che non rappresenta una critica perché trovo ineccepibilmente corretta, che mi piace tagliare in modo differente è il riferimento al concetto di narrativo e di fiction. Nel senso che io preferisco provare a definirlo con termini che ne danno una impressione più generale, più comportamentale, e meno strettamente legata al concetto del raccontare (o interpretare) una storia.

Ok, per me qui la cosa si fa abbastanza sottile e un po’ vi perdo. Mi sembra che siano definizioni parimenti buone. Di certo vanno bene entrambe per My Red Goddess, per cui non vedo problemi ad accettarle entrambe per la mia esperienza specifica.

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Allora, c'è da fare un chiarimento: "ruoli fittizi" non piace nemmeno a me (l'ennesimo motivo per cui preferisco la versione inglese della definizione):

A role-playing game is a game in which a player plays one or more fictional roles inside a narrative universe and has agency over the narrative universe in an emergent way.

Riguardo al role-playing come tecnica concordo, ma credo la tua definizione si sposti più sul definire cosa vuol dire giocare di ruolo rispetto a cos'è un gioco di ruolo. Anche perché concorderai con il fatto che "l'atto di passare attraverso la tecnica del role-playing" in sé non è così preciso. Anche The Resistance e Avalon hanno parti di role-playing che sono cuore dell'esperienza di gioco, ma non li definirei giochi di ruolo.

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La mia non era una critica alla definizione italiana, più un dispiacere proprio per il fatto che il termine italiano perde delle sfumature di significato che l'inglese ha e assume sfumature di significato dell'italiano che l'originale inglese non ha.
Ma è l'inestricabile problema del tradurre.
L'inglese, che immagino sia l'originale è ineccepibile.

non conosco i due giochi in questione, cercherò di informarmi per poterti dare una risposta sensata.

temo di dover dissentire, fino alla lettura dei due giochi, sulla critica da te espressa.
Innanzi tutto perché non è vero, può non piacerti, ma non sto definendo il giocare di ruolo, ma proprio il gioco di ruolo, indico quale elemento è fondamentale e le condizioni in cui deve manifestarsi affinché un gioco sia definibile come gioco di ruolo, se c'è è un gioco di ruolo, se non c'è non è un gioco di ruolo. E come corollario necessario esplicito cosa sia quella cosa che definisco fondamentale.

Secondariamente perché di base la mia e la tua definizione sono praticamente due sensibilità diverse della stessa visione. Controllerò appunto i giochi, ma se hanno parti di vero roleplay come parte inestricabile e fondamentale del gioco le soluzioni sono solo due: o i giochi SONO (anche) giochi di ruolo, oppure anche la tua definizione fallisce dove fallisce la mia.

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Sì, l'ho scritta prima in inglese, e poi cercata di tradurre in italiano.

Per i giochi in questione, se gli dai una letta o, anche meglio, riesci a giocarli mi piacerebbe una tua opinione. Tra i due Avalon è il più recente, e reimplementa The Resistance. Diciamo che entrambi sono abbastanza simile da poterti fornire un'opinione sulla cosa anche provandone solo uno.

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A titolo informativo, e col permesso di Rugerfred, riporto una spiegazione, punto per punto, della sua definizione di gioco di ruolo. La riporto perché la sua spiegazione è molto più chiara della mia.

A role-playing game is a game in which a player plays one or more fictional roles inside a narrative universe and has agency over the narrative universe in an emergent way.

A role-playing game is a game…

Qui dichiaro che i giochi di ruolo sono una tipologia di gioco.

… in which a player plays one or more fictional roles…

Qui dichiaro che in un gioco di ruolo un giocatore ricopre uno o più ruoli. Questi ruoli hanno un’esistenza in fiction.

… inside a narrative universe…

L’esistenza in fiction dei ruoli citati precedentemente avviene all’interno di un universo narrativo. Questo può essere tanto ampio come ne Il mondo dell’apocalisse (Apocalypse World) o tanto focalizzato come, ad esempio, “i cinque minuti in cui un paracadutista sta precipitando”, in 180 km/h.

… and has agency over the narrative universe…

Qui dichiaro che il giocatore ha autorità (tramite le meccaniche) sull’universo narrativo.

… in an emergent way.

Qui dichiaro che la precedentemente citata autorità avviene in modo emergente (in opposizione a un modo discreto). Questo può avvenire anche in caso di meccaniche discrete con esito emergente.

Per chiarire meglio quest’ultimo punto, faccio alcuni esempi:

  • RisiKo! ha meccaniche discrete con esito discreto: non è un gioco di ruolo;
  • Un libro-game ha meccaniche discrete con esito discreto in fiction: non è un gioco di ruolo;
  • Dungeons & Dragons ha meccaniche a volte discrete a volte emergenti con esito emergente in fiction: è un gioco di ruolo;
  • Sì, Oscuro Signore! ha meccaniche discrete con esito discreto in gioco, ma emergente in fiction: per me rientra nei giochi di ruolo.
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